Onorevoli Colleghi! - Il contenimento dei costi della politica e della spesa pubblica in generale è un tema fortemente sentito dai cittadini italiani e dall'opinione pubblica, soprattutto in un momento nel quale tutti sono chiamati a fare sacrifici a causa di una gestione irrazionale della spesa pubblica nei decenni che ci hanno preceduto e della situazione economica generale del Paese che trova grosse difficoltà in un mercato sempre più globalizzato e sempre più aggressivo.

      A ciò si aggiunga che i conti pubblici sono fortemente condizionati da una legislazione corporativa che tende a soddisfare le esigenze delle categorie più forti e meglio rappresentate e a non curare gli interessi generali del Paese.

      Si pensi a tutta la legislazione che riguarda gli ordini professionali, i diritti sindacali, l'assistenza previdenziale e la stessa assistenza sanitaria, che tende a consolidare le posizioni raggiunte dai lavoratori e dai pensionati nel tempo senza tenere conto di due fattori: lo Stato non può più sostenere il Welfare così come oggi congegnato e non può più permettersi il moltiplicarsi degli enti, delle prebende e dei vari privilegi; la popolazione invecchia sempre più, con oneri previdenziali e assistenziali impensabili solo cinquanta anni fa. Tutto questo a discapito delle nuove generazioni alle quali non viene offerta la possibilità di intraprendere un'attività senza dover affrontare le difficoltà oggi esistenti, sia nelle professioni che nell'attività d'impresa, con un futuro non roseo per quanto riguarda la possibilità di poter conseguire in età avanzata una pensione dignitosa.

 

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      Questa proposta di legge non ha la pretesa di affrontare le tematiche accennate, posto che queste devono trovare una risposta in articolati e condivisi grandi provvedimenti di riforma. Ma intende avviare un processo dando un segnale, non solo formale, a tutto il Paese che i tempi sono cambiati, che si intende fare sul serio e che anche l'attività più propriamente politica svolta nell'ambito dello Stato deve sottostare ai limiti e ai vincoli della legge, principio costituzionale - questo - irrinunciabile in tutte le democrazie, perché in mancanza di esso si generano gli abusi e i soprusi che i cittadini sperimentano quotidianamente, non più con malcelato fastidio, ma sempre più spesso con rabbia e con disprezzo nei confronti di tutte le forze politiche, indistintamente.
      La presente proposta di legge tiene anche conto delle più recenti pubblicazioni e dei similari progetti di legge in materia presentati in Parlamento che hanno molto efficacemente colto nel segno, e intende onorare i programmi di tutti i partiti politici e di tutte le coalizioni, che invano nel tempo hanno assunto questi temi come prioritari, ma che poi, per varie ragioni, sono rimasti lettera morta.

      Non si ritiene di dover esplicitare l'articolato in quanto ritenuto sufficientemente chiaro nella sua portata; ma è evidente che un forte abbattimento dei costi della politica potrà provenire soprattutto dalla riorganizzazione complessiva dello Stato, a partire dalla riforma dei suoi Organi costituzionali, dalla revisione degli enti locali territoriali, anche sotto il profilo quantitativo, e dalla riorganizzazione complessiva della macchina statale, ormai obsoleta o comunque non adeguata alle esigenze del mondo delle imprese nonché alle esigenze e ai bisogni dei cittadini.

      I firmatari della presente proposta di legge avrebbero voluto intervenire anche sull'entità delle spese relative agli Organi costituzionali, ma ciò non si è rivelato possibile in considerazione dell'autonomia riconosciuta ai medesimi Organi dalla stessa Costituzione. Si sottolinea tale intento nell'auspicio che gli Organi costituzionali decidano di intervenire autonomamente nella direzione indicata provvedendo alla riduzione delle rispettive spese.
 

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